Si è svolta presso l’auditorium comunale di Gioiosa Marea la giornata mondiale della prematurità, organizzata dall’associazione Remì Onlus, costituita nel 2007 e promossa dalle famiglie dei bambini nati pretermine ricoverati in Unità di Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale “Barone Romeo” di Patti.
“L’associazione – ha spiegato il presidente Elio Coletta – è nata con l’obiettivo di venire incontro ai bisogni delle famiglie che hanno bambini nati pretermine perché spesso non sono pronti ad affrontare tutte quelle difficoltà che si presentano. Noi supportiamo le famiglie sia nel periodo in cui i bambini sono ricoverati presso l’Utin di Patti e molte volte anche dopo le dimissioni”.
Fondamentale è il supporto fornito dai volontari dell’associazione. “Solo chi ha vissuto questa esperienza può capire cosa vuol dire – ha spiegato Emanuela Mazzurco dell’associazione Remì. Si entra in una nuova dimensione in cui spesso non si sa come reagire. Il nostro aiuto è proprio quello di supportare i genitori ad affrontare questa situazione con positività e con la dovuta tranquillità”.
L’associazione non fornisce solo aiuto alle famiglie, ma da un contributo importante anche agli operatori dell’Unità di terapia intensiva neonatale del “Barone Romeo”. “Cerchiamo – ha detto Maria Lanza, vicepresidente di Remì – di andare incontro anche alle esigenze della divisione, spesso anche con l’acquisto di macchinari e materiali”.
Nei prossimi giorni sarà anche aperto un punto di ascolto presso l’Utin che sarà curato dai volontari di Remì. Questo è possibile grazie ad una convenzione stipulata con l’Asp che, di fatto, ha riconosciuto l’importante lavoro svolto in questi anni.
Alla festa era presente il dirigente dell’Unità di terapia intensiva neonatale del nosocomio pattese, la dott.ssa Caterina Cacace. “L’Utin – ha spiegato – è attiva da quindici anni e serve un vasto territorio compreso tra Milazzo a Sant’Agata di Militello, ma da noi arrivano anche utenti provenienti da fuori provincia. Rappresentiamo l’unica realtà di tutta l’Asp per quanto riguarda i bambini nati pretermine e vediamo aumentare quotidianamente il nostro lavoro, ma anche i risultati. Proprio nei giorni scorsi – ha concluso il primario – è stata dimessa una bimba che era arrivata da Palermo e che era nata alla ventiquattresima settimana. Per noi è stata una gioia immensa poterla vedere tornare a casa con i suoi genitori dopo 5 mesi di ricovero presso l’Utin”
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